
L'Italiana in Algeri al Rof, la protagonista è una drag queen

La regista Cucchi: "In quest'epoca storica bisogna disubbidire"
(di Federica Acqua) Sarà la drag queen di un consolidato spettacolo teatrale, in tournée col suo pulmino in giro per il mondo, la protagonista dell'Italiana in Algeri che debutta al 36/o Rossini Opera Festival il 12 agosto. Così infatti l'ha voluta la regista Rosetta Cucchi, creando al Teatro Rossini un'ambientazione orientaleggiante tra il pop e il kitsch che ricorda più Las Vegas che le turcherie in voga all'epoca della scrittura dell'opera (1813), "perché - dice all'ANSA - la cifra di Rossini è il travestimento". Un travestimento che nell'opera buffa diventa seriale e ribalta i ruoli, cosicché Isabella, la bella italiana catturata dal Bey Mustafà, da vittima del tracotante potere maschile del suo rapitore che "altra legge non ha che il suo capriccio", si trasforma in carnefice, beffandolo in ogni modo perché con la sua astuzia "agli sciocchi fa far quello che vuole". Un capovolgimento iperbolico, che investe come un ciclone coloratissimo le stantie abitudini del palazzo del Bey e perfino la sua grigia e frustratissima moglie Elvira, che lo annoia a morte con la sua sudditanza amorosa e le sue moine tanto da volersene liberare per un'altra "bella italiana". Nel libretto di Angelo Anelli, il Bey per realizzare il suo piano intende maritare Elvira con lo schiavo italiano Lindoro e rispedire entrambi al loro paese. Ma Lindoro ama, riamato, Isabella, che proprio per ritrovarlo ha affrontato un lungo e periglioso viaggio che l'ha portata a essere catturata dal principe ottomano. Rincontrando l'amante elabora perciò il piano di riunirsi a lui e di ritornare nella sua terra con tutti gli schiavi italiani catturati dal Bey, che nel frattempo si è invaghito di lei a tal punto da assecondare ogni suo capriccio. Incluso quello di ricevere il "titolo di Pappataci", comprendente l'obbligo di mangiare, bere e tacere, che onora con rigore non intervenendo neppure quando tutti gli schiavi italiani scappano, per tornare infine, dopo aver scoperto l'inganno, nel porto sicuro della braccia di Elvira. Nella regia di Cucchi, a essere catturati sono i teatranti di cui, racconta, "quattro drag queen professioniste scelte dopo una lunga selezione, con le quali abbiamo lavorato tutti divertendoci un mondo. Perché con Rossini non ci si traveste, ci si libera e il ribaltamento dei sessi diventa uno strumento di disobbedienza, anche politica, di cui in questo momento storico c'è particolarmente bisogno". "Inoltre - aggiunge - la musica è magnifica, e il suo abbinamento onomatopeico alle parole ne 'Nella testa ho un campanello' del finale del primo atto sembra un testo futurista". A interpretare l'opera, diretta da Dmitry Korchak, sul podio dell'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, saranno Daniela Barcellona (Isabella), Josh Lovell (Lindoro), Giorgi Manoshvili (Mustafà), Misha Kiria (Taddeo), Gurgen Baveyan (Haly), Vittoriana De Amicis (Elvira) e Andrea Niño (Zulma). Ma la compagnia di canto non aspetterà che si alzi il sipario: incontrerà a sorpresa il pubblico già nella piazza antistante il Teatro Rossini prima dell'inizio dello spettacolo (ore 20), e quello che succederà sarà da ricordare.
H.Roldan--HdM