
Chung porta la Filarmonica nella sua Busan, 'torneremo'

Nuova standing ovation, 'la musica oltre i conflitti'
(di Bianca Maria Manfredi) La musica va al di là dei conflitti: una idea sempre meno scontata che Myung-Whun Chung ribadisce in tempi di guerre e tensioni come aveva già fatto in momenti di maggiore distensione quando lui, espressione della Corea del Sud, era andato a fare musica per due volte in Corea del Nord. "Io sono prima di tutto un essere umano, secondo un musicista e terzo un coreano. Metto la musica davanti al mio Paese e ci sono poche cose così grandi: la grande arte ha la possibilità di unire la gente" ha detto il direttore d'orchestra prima della seconda tappa della tournée in Corea e Giappone della Filarmonica della Scala che torna in Estremo Oriente dopo 17 anni. Ed è servito a unire anche il concerto al Busan Music Center della Filarmonica della Scala diretta proprio da Chung e non solo perché dall'inaugurazione lo scorso anno è la prima orchestra internazionale che si esibisce ma soprattutto perché Busan è la città natale del maestro che ci teneva a far incontrare la sua "famiglia" milanese, come chiama la Filarmonica, con quella coreana in attesa che sia proprio il teatro della Scala a inaugurare, con un'opera diretta da Chung il nuovo teatro lirico. "Speriamo di aprirlo fra due anni e di farli con la Scala. Il compositore che amo di più è Verdi e speriamo di intitolargli il teatro. Questo fa l'occasione unica". Le speranze del maestro, pur espresse in maniera gentile, sono considerate alla stregua di ordini da queste parti e quindi l'arrivo della Scala, nell'anno in cui Chung ne diventerà il direttore musicale, sembra una certezza. Ieri a Seoul il concerto è finito con una ovazione e anche a Busan gli spettatori (circa duemila, la maggior parte giovani e giovanissimi) hanno reso merito alla assoluta attenzione del maestro alla espressività della partitura, da quella dell'ouverture della Forza del destino, a quella del concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Rachmaninov con Nicolaij Luganskij al pianoforte (nelle tappe giapponesi sostituito da Mao Fujita) a quella della sesta sinfonia di Cajkovskij che ha lasciato il pubblico attonito per lunghissimi secondi prima dell'esplosione dell'applauso. "I miei ordini di importanza negli anni sono cambiati. Da giovane volevo tutto in ordine tecnicamente ora la prima cosa è l'anima del pezzo" e anche con chi eseguirlo, per questo Chung suona solo con poche orchestre ora, come la Dresden, Parigi e la Tokyo Symphony con cui sarà a breve in tournée in Europa. E la Filarmonica, la sua relazione più lunga (36 anni) a parte quella con la moglie che ha sposato 44 anni fa ma trovato quando avevano sette anni e lei lo ha visto dirigere. La Filarmonica è diventata famiglia e quindi gli ha fatto più che piacere l'approvazione del pubblico che ha apprezzato soprattutto I due bis dedicati all'opera con la Cavalleria Rusticana e il Guglielmo Tell. "Vorrei che a Milano vedessero come si fa" ha detto agli operatori che stanno girando un documentario sulla tournée chiedendo loro di riprendere gli spettatori più che lui. "Nessuna polemica ma in Corea c'è la combinazione ideale fra silenzio assoluto ed esplosione finale" ha concluso. Resta da vedere cosa faranno gli spettatori giapponesi delle prossime sei tappe del tour reso possibile dal sostegno di Allianz e dal main partner Unicredit.
Q.Escribano--HdM